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Casa Cavazzini – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea

20 luglio - 17 novembre 2024

orari e biglietti

mostra a cura di Francesca Agostinelli e Vania Gransinigh

Contrappunto 03 vede l’innesto importante dell’artista Liliana Moro che accogliendo l’invito, ha esteso il dialogo a livello nazionale. Con lei hanno lavorato Matteo Attruia, Roberto Cantarutti, Elisa Vladilo, Debora Vrizzi. Il “contrappunto” dei 5 artisti dell’oggi avviene rispettivamente con Carl Andre, Arturo Martini, Luciano Fabro, Antonio Corpora, Antonio Piatti.

Per conoscere meglio i protagonisti di Contrappunto 03, ogni settimana vi aspetta una video intervista a tuppertù con gli artisti cliccando su questo link

Il progetto, curato da Francesca Agostinelli e Vania Gransinigh - responsabile del Museo di Casa Cavazzini, arriva all’attesissima terza edizione nell’idea di un continuo rinnovamento di spazi, di artisti, di scambio con i diversi linguaggi del contemporaneo che attraverso una pluralità di eventi parteciperanno a un complessivo laboratorio sul presente.

La derivazione musicale del titolo Contrappunto vuole trasmettere la volontà di più voci di stare insieme, simultaneamente e queste voci sono la creatività contemporanea, degli artisti che si confrontano con gli autori storici presenti nelle collezioni del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Casa Cavazzini.

L’esposizione, infatti, ha creato un confronto tra artisti dell’oggi con il patrimonio del Museo, in particolare dei depositi: un'indagine del “corpo” museale, che comprende la ricchezza di opere temporaneamente celate allo sguardo del pubblico. Gli artisti hanno così potuto indagare, conoscere e creare un legame con le opere del Museo.

Dopo l’interazione attraverso un workshop di presentazione del progetto insieme a Liliana Moro, si è potuta realizzare la mostra oggi esposta nelle sale di Casa Cavazzini che illustra una visione d’insieme del rapporto degli artisti del presente con il patrimonio custodito nelle civiche collezioni, che nel suo complesso rappresenta l’inconscio culturale su cui si fonda molto di ciò che oggi siamo.

Il progetto è sostenuto scientificamente dal catalogo che documenta le diverse fasi del percorso di Contrappunto 03, grazie allo sguardo fotografico di Ulderica da Pozzo capace di restituire irripetibili scatti: dalla visita ai depositi al workshop con la presentazione dei progetti da parte di Liliana Moro e degli artisti, dalla fase di allestimento alla mostra realizzata negli spazi del Museo.

 

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11 luglio - 22 settembre 2024

Castello, Museo Friulano della Fotografia

orari e biglietti

Mostra promossa dalla Triennale Europea dell'Incisione, a cura di Giuseppe Bergamini e Isabella Reale

La Triennale Europea dell’Incisione, costituita nel 1981 da Giuseppe Zigaina con l’intento di valorizzare il linguaggio dell’incisione, ha in corso un progetto finalizzato alla valorizzazione delle collezioni di grafica dei Musei regionali, dove si conserva un patrimonio molto ricco e solo parzialmente esposto o conosciuto.
Tappa d’obbligo di questa sistematica campagna di studio, che si accompagna a nuove schedature e pubblicazioni dedicate, è il Gabinetto disegni e stampe dei Musei di Udine da cui proviene la selezione di opere selezionate per la mostra, a illustrare la fortuna della tecnica litografica che permise una più ampia tiratura e costi minori rispetto alla calcografia. Diffusasi lungo l’Ottocento, la litografia in Friuli ha raggiunto notevoli livelli qualitativi, e vi si cimentarono i giovani artisti friulani di età romantica come Politi, Grigoletti, Darif, Giuseppini. Tra i primi paesaggisti a praticarla fu l’udinese Ascanio Savorgnan di Brazzà, seguito da Antonio Pontini, a cui si deve la sistematica ricognizione del territorio friulano. Fu il libraio Luigi Berletti nel 1840 a introdurre per primo a Udine e in Friuli la tecnica litografica facilitando la diffusione del libro e del giornale illustrato e alla sua iniziativa si deve l’Album pittorico del Friuli (1841-1843), una delle più raffinate raccolte litografiche del tempo. La gloriosa stagione udinese della litografia venne continuata, dal 1871, da Enrico Passero per il quale operarono importanti disegnatori dando vita a una serie di volumi illustrati, manifesti e anche spartiti musicali, produzione rilanciata dal 1911 da Giuseppe Chiesa la cui attività litografica in funzione pubblicitaria ha dato un importante contributo alla storia del manifesto italiano.

19 maggio - 15 settembre 2024

Castello, Salone del Parlamento e sale Galleria Arte Antica

orari e biglietti

Mostra promossa dal Comune di Udine, realizzata dal MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo in collaborazione con Contrasto e i Civici Musei di Udine

a cura di Margherita Guccione e Alessandra Mauro

Maestro del bianco e nero, da sempre fautore e difensore di una stampa fotografica autentica, di un’immagine che cattura e ferma la vita quotidiana, i momenti, le emozioni che anticipano i gesti, ma anche e soprattutto autore di una fotografia di reportage e di indagine sociale, in quasi settant’anni di carriera Gianni Berengo Gardin, nato a Santa Margherita Ligure 94 anni fa, ha raccontato con i suoi scatti l’Italia dal dopoguerra a oggi. Quella raccontata da Gardin è un’Italia che vive un cambiamento repentino, attrice di uno sviluppo economico, culturale e sociale profondo, che ha plasmato le città d’Italia e gli italiani.

Arriva a Udine, come unica tappa del nord Italia nel percorso che l’ha vista aprire i battenti al Museo nazionale delle arti del XXI secolo (MAXXI) di Roma nel maggio del 2022 per poi spostarsi a Villa Pignatelli a Napoli lo scorso anno, la mostra “Gianni Berengo Gardin – L’occhio come mestiere”. Nella magnifica cornice del Salone del Parlamento e delle sale della Galleria d’Arte Antica del Castello di Udine vengono esposti in mostra ben 192 scatti del fotografo ligure, una collezione integrale di stampe vintage originali provenienti dal suo archivio personale e dal museo romano. Una fotografia artigiana, che aggiunge al valore intellettuale e visivo, anche un grande prestigio dal punto di vista materiale.

La fotografia documentaria di Berengo Gardin

“Gianni Berengo Gardin. L’occhio come mestiere” espone gli scatti del fotografo per la prima volta nella città di Udine, con l’obiettivo di riscoprire e rileggere in una prospettiva nuova, la sua lunghissima carriera in giro per l’Italia.

La fotografia di Berengo Gardin è una fotografia “vera”, una pratica che vuole allontanarsi dalla manipolazione analogica o digitale, e fare la parte del documento storico, partecipe e mai neutrale della realtà che si evolve, grazie a delle composizioni naturali, con l’uomo sempre al centro di uno spazio sociale vissuto.

Berengo Gardin ha costruito con le sue fotografie un patrimonio visivo unico nella storia della fotografia italiana e internazionale, sempre con un approccio che lui stesso ha sempre amato definire “artigianale”. Nel corso dei decenni questa impostazione è diventata un marchio di fabbrica esclusivo del fotografo, che ha sempre amato definirsi “un fotografo-fotografo”, e quindi un artigiano della fotografia d’autore piuttosto che un fotografo-artista.

Il viaggio nel tempo attraverso l’Italia

L’esposizione è immaginata come una sorta di viaggio, un percorso cronologico, topologico e tematico nel modo di vedere e fotografare l’Italia di Berengo Gardin. “Gianni Berengo Gardin.L’occhio come mestiere” intende allora ripercorrere i settant’anni di carriera del fotografo attraverso le fotografie scattate nelle città che hanno segnato maggiormente la sua vita privata e professionale.

Punto di partenza di questo tour visivo è Venezia, città dove Berengo Gardin si avvicina per la prima volta alla fotografia. Pur non essendovi nato si sente veneziano e ha detto in passato: «I nonni erano veneziani, i bisnonni veneziani, papà venezianissimo». Venezia è il luogo in cui si forma come fotografo, grazie all’incontro con circoli fotografici come La Gondola, ed è il luogo di un continuo ritorno, dalle prime immagini degli anni Cinquanta in cui si scorge una città intima e placida al suo progetto più recente, del 2013, dedicato alle Grandi Navi. Dalla laguna veneziana si passa alla Milano dell’industria, delle lotte operaie, degli intellettuali (in mostra, tra gli altri, i ritratti di Ettore Sotsass, Gio Ponti, Ugo Mulas e di Dario Fo), e si percorrono quasi tutte le regioni e le città italiane, dalla Sicilia alle risaie piemontesi, osservate nelle loro trasformazioni sociali, culturali e paesaggistiche dal secondo dopoguerra a oggi. E in questo scenario fa la sua parte anche il Friuli Venezia Giulia.

Trovano spazio dai luoghi del lavoro realizzati per Alfa Romeo, Fiat, Pirelli e, soprattutto, Olivetti (con cui collabora per 15 anni), che lo conducono, nel corso della sua vita professionale, a vivere le evoluzioni del mondo operario e dei suoi bisogni. Tra gli scatti anche i Cantieri navali di Monfalcone. E infine le stampe racconteranno gli ospedali psichiatrici, fotografati e pubblicati nel 1968 nel volume “Morire di classe”, realizzato insieme a Carla Cerati. Si tratta di immagini di denuncia e rispetto, straordinarie e terribili, nel cui sfondo si può notare anche l’Ospedale psichiatrico di Gorizia, che documentavano per la prima volta le condizioni all’interno di diversi istituti in tutta Italia, 10 anni prima della legge Basaglia che li fece chiudere.

14 giugno - 13 ottobre 2024

Museo Etnografico del Friuli

orari e biglietti

La mostra ‘900 in corriera. Storia del trasporto pubblico in Friuli è un progetto partecipativo, storico ed etnografico, che raccoglie le intenzioni di tanti appassionati della storia dei marchi friulani che, negli anni, hanno raccolto testimonianze e contenuti su questo tema.

Grazie al lavoro di questi esperti, il Museo Etnografico del Friuli ha raccolto una sfida che ha come obiettivo primario la ricostruzione della storia dei vettori privati che hanno cambiato la società del Friuli del ‘900, le geografie della regione e della città di Udine.

‘900 in corriera conta sull’apporto di tanti testimoni e su tutti coloro che per motivi di lavoro, studio, emigrazione hanno ‘preso la corriera’ nel secolo scorso.
Il progetto ‘900 in corriera. Storia del trasporto pubblico in Friuli è a cura dello staff del Museo
Etnografico del Friuli, Civici Musei di Udine. È stato realizzato grazie al sostegno della Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia L.R. n. 16/2014 art. 27 quater. Avviso pubblico per la realizzazione di eventi e manifestazioni volti a favorire l’approfondimento e la conoscenza della storia del Novecento. Anno 2023.

Altri enti hanno voluto sostenere quest’avventura che racconto 100 anni di mobilità in Friuli.

Sono formalmente partner di progetto:
il Comune di Cividale del Friuli
il Comune di Spilimbergo
la Comunità di Montagna della Carnia, Tolmezzo
la Comunità di Montagna del Canal del Ferro e Val Canale, Pontebba


Condividono l’interesse verso il tema:
inBUSclub APS (Muggia) che conserva e valorizza gli autobus d’epoca circolanti in regione

ARRIVA Udine spa, importante attore del trasporto pubblico del Nord-Est.

L’allestimento espositivo propone testi di sala e infografiche che dettagliano la storia dei vettori privati friulani ma anche oggetti, documenti, fotografie, biglietti, memorabilia e parti di divise. Tutti
beni cari a chi ha frequentato le corriere negli anni in cui tante imprese private (Ferrari, Collavini,
Olivo, Pupin, Tavoschi, SGEA, Ribi, SAITA, Molaro, Picco e Comelli, Stefanutti, ...) si spartivano le tratte sul territorio regionale.

La mostra raccoglie interessanti testimonianze video raccolte presso persone che sono state particolarmente legate a questo mondo: utenti, familiari di imprenditori, ex dipendenti, emigranti.

Il progetto ‘900 in corriera. Storia del trasporto pubblico in Friuli farà tornare tutti in corriera!

Sono previste, per i prossimi mesi, visite guidate e uscite in bus d’epoca alla scoperta delle tratte storiche che hanno visto viaggiare migliaia di friulane e friulani nel corso del ‘900.

Calendario visite guidate mostra ‘900 in corriera. Storia del Trasporto Pubblico in Friuli

Il Museo Etnografico del Friuli organizza delle visite guidate gratuite alla mostra ‘900 in corriera. Storia del Trasporto Pubblico in Friuli.

Venerdì 12 luglio 2024, ore 10

Venerdì 26 luglio 2024, ore 10

Venerdì 02 agosto 2024, ore 10

Venerdì 09 agosto 2024, ore 10

Venerdì 23 agosto 2024, ore 10

Venerdì 30 agosto 2024, ore 10

Venerdì 06 settembre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

Venerdì 13 settembre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

Venerdì 20 settembre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

Venerdì 27 settembre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

Venerdì 04 ottobre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

Venerdì 11 ottobre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

La partecipazione alle visite è gratuita ed è consentita, previo acquisto del biglietto d'ingresso, fino al raggiungimento della capienza massima.



Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia L.R. n. 16/2014 art. 27 quater. Avviso pubblico per la realizzazione di eventi e manifestazioni volti a favorire l’approfondimento e la conoscenza della storia del Novecento. Anno 2023.

INFO

MEF Museo Etnografico del Friuli
via Grazzano, 1 - 3100 Udine
telefono +39 04321272591
e-mail biglietterie.civicimusei[at]comune.udine.it

 

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