3 marzo 2021 - 27 febbraio 2022
Mostra prorogata fino al 30 giugno 2022
L'esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Udine, si prefigge di raccontare l’utilizzo delle grotte in Friuli Venezia Giulia a partire dalla Preistoria, attraverso le tracce lasciate dagli animali e dagli uomini che le hanno frequentate, secondo un approccio interdisciplinare, una comunicazione accessibile e un uso eco-sostenibile dei materiali impiegati nell’allestimento.
Alcune sono semplici ripari, altre sistemi sotterranei complessi che si sviluppano per chilometri.
Delle tracce rinvenute in questi particolari ambienti, nella mostra vengono presentati sia l’approccio storico, che ne ha permesso l’individuazione, lo studio e addirittura l’evoluzione della disciplina paletnologica in regione, sia quello più tecnologico, che fa emergere dei dati inaspettati da reperti apparentemente semplici, consentendo una ricostruzione accurata dei contesti archeologici assai antichi. Ricordiamo a titolo di esempio, lo studio genetico sui campioni di suini provenienti dai diversi livelli del sito del Riparo di Biarzo che hanno messo in discussione la provenienza di questa specie domestica dal Vicino oriente ipotizzandone una domesticazione locale.
L’esposizione consente inoltre di approfondire le conoscenze sulle Valli del Natisone a partire dalla Preistoria più antica con il Riparo di Biarzo; da questo sito provengono strumenti in selce, manufatti in osso, conchiglie forate e resti faunistici che sono stati sottoposti ad analisi diagnostiche allo scopo di ricostruire i modi di vita dei gruppi di cacciatori-raccoglitori che frequentavano le Valli a partire da 13.000 anni fa.
Ma una grossa fetta delle informazioni giunge dal III millennio a.C. e dai ritrovamenti che fin dalla fine dell’Ottocento, famosi naturalisti, come Achille Tellini, Giovanni Battista De Gasperi, Egidio Feruglio, Francesco Musoni, Ardito Desio, soci del Circolo Speleologico e Idrologico Friulano, fecero nelle grotte di quelle stesse Valli.
Una frequentazione che, a nostro avviso, non può che essere legata al popolamento del fondovalle e motivata da ragioni che possono essere ricondotte alla necessità di stabulazione degli animali durante i periodi di sosta, al bisogno di una pausa lungo i percorsi di caccia, di fienagione, di ricerca delle materie prime, di attività fusorie o ancora legata ai nuovi rituali funerari.