Questo sito si avvale di cookie tecnici, di cookie analitici e di altri cookie, anche di terze parti, necessari per il funzionamento, per interagire con social network e per usufruire di servizi offerti dal sito. Chiudendo questo banner o accedendo a un'altra pagina del sito acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Per saperne di piu'

Approvo

Ultimi post

  • Servizio momentaneamente non disponibile. Leggi i post qui.

11 luglio - 22 settembre 2024

Castello, Museo Friulano della Fotografia

orari e biglietti

Mostra promossa dalla Triennale Europea dell'Incisione, a cura di Giuseppe Bergamini e Isabella Reale

La Triennale Europea dell’Incisione, costituita nel 1981 da Giuseppe Zigaina con l’intento di valorizzare il linguaggio dell’incisione, ha in corso un progetto finalizzato alla valorizzazione delle collezioni di grafica dei Musei regionali, dove si conserva un patrimonio molto ricco e solo parzialmente esposto o conosciuto.
Tappa d’obbligo di questa sistematica campagna di studio, che si accompagna a nuove schedature e pubblicazioni dedicate, è il Gabinetto disegni e stampe dei Musei di Udine da cui proviene la selezione di opere selezionate per la mostra, a illustrare la fortuna della tecnica litografica che permise una più ampia tiratura e costi minori rispetto alla calcografia. Diffusasi lungo l’Ottocento, la litografia in Friuli ha raggiunto notevoli livelli qualitativi, e vi si cimentarono i giovani artisti friulani di età romantica come Politi, Grigoletti, Darif, Giuseppini. Tra i primi paesaggisti a praticarla fu l’udinese Ascanio Savorgnan di Brazzà, seguito da Antonio Pontini, a cui si deve la sistematica ricognizione del territorio friulano. Fu il libraio Luigi Berletti nel 1840 a introdurre per primo a Udine e in Friuli la tecnica litografica facilitando la diffusione del libro e del giornale illustrato e alla sua iniziativa si deve l’Album pittorico del Friuli (1841-1843), una delle più raffinate raccolte litografiche del tempo. La gloriosa stagione udinese della litografia venne continuata, dal 1871, da Enrico Passero per il quale operarono importanti disegnatori dando vita a una serie di volumi illustrati, manifesti e anche spartiti musicali, produzione rilanciata dal 1911 da Giuseppe Chiesa la cui attività litografica in funzione pubblicitaria ha dato un importante contributo alla storia del manifesto italiano.

19 maggio - 15 settembre 2024

Castello, Salone del Parlamento e sale Galleria Arte Antica

orari e biglietti

Mostra promossa dal Comune di Udine, realizzata dal MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo in collaborazione con Contrasto e i Civici Musei di Udine

a cura di Margherita Guccione e Alessandra Mauro

Maestro del bianco e nero, da sempre fautore e difensore di una stampa fotografica autentica, di un’immagine che cattura e ferma la vita quotidiana, i momenti, le emozioni che anticipano i gesti, ma anche e soprattutto autore di una fotografia di reportage e di indagine sociale, in quasi settant’anni di carriera Gianni Berengo Gardin, nato a Santa Margherita Ligure 94 anni fa, ha raccontato con i suoi scatti l’Italia dal dopoguerra a oggi. Quella raccontata da Gardin è un’Italia che vive un cambiamento repentino, attrice di uno sviluppo economico, culturale e sociale profondo, che ha plasmato le città d’Italia e gli italiani.

Arriva a Udine, come unica tappa del nord Italia nel percorso che l’ha vista aprire i battenti al Museo nazionale delle arti del XXI secolo (MAXXI) di Roma nel maggio del 2022 per poi spostarsi a Villa Pignatelli a Napoli lo scorso anno, la mostra “Gianni Berengo Gardin – L’occhio come mestiere”. Nella magnifica cornice del Salone del Parlamento e delle sale della Galleria d’Arte Antica del Castello di Udine vengono esposti in mostra ben 192 scatti del fotografo ligure, una collezione integrale di stampe vintage originali provenienti dal suo archivio personale e dal museo romano. Una fotografia artigiana, che aggiunge al valore intellettuale e visivo, anche un grande prestigio dal punto di vista materiale.

La fotografia documentaria di Berengo Gardin

“Gianni Berengo Gardin. L’occhio come mestiere” espone gli scatti del fotografo per la prima volta nella città di Udine, con l’obiettivo di riscoprire e rileggere in una prospettiva nuova, la sua lunghissima carriera in giro per l’Italia.

La fotografia di Berengo Gardin è una fotografia “vera”, una pratica che vuole allontanarsi dalla manipolazione analogica o digitale, e fare la parte del documento storico, partecipe e mai neutrale della realtà che si evolve, grazie a delle composizioni naturali, con l’uomo sempre al centro di uno spazio sociale vissuto.

Berengo Gardin ha costruito con le sue fotografie un patrimonio visivo unico nella storia della fotografia italiana e internazionale, sempre con un approccio che lui stesso ha sempre amato definire “artigianale”. Nel corso dei decenni questa impostazione è diventata un marchio di fabbrica esclusivo del fotografo, che ha sempre amato definirsi “un fotografo-fotografo”, e quindi un artigiano della fotografia d’autore piuttosto che un fotografo-artista.

Il viaggio nel tempo attraverso l’Italia

L’esposizione è immaginata come una sorta di viaggio, un percorso cronologico, topologico e tematico nel modo di vedere e fotografare l’Italia di Berengo Gardin. “Gianni Berengo Gardin.L’occhio come mestiere” intende allora ripercorrere i settant’anni di carriera del fotografo attraverso le fotografie scattate nelle città che hanno segnato maggiormente la sua vita privata e professionale.

Punto di partenza di questo tour visivo è Venezia, città dove Berengo Gardin si avvicina per la prima volta alla fotografia. Pur non essendovi nato si sente veneziano e ha detto in passato: «I nonni erano veneziani, i bisnonni veneziani, papà venezianissimo». Venezia è il luogo in cui si forma come fotografo, grazie all’incontro con circoli fotografici come La Gondola, ed è il luogo di un continuo ritorno, dalle prime immagini degli anni Cinquanta in cui si scorge una città intima e placida al suo progetto più recente, del 2013, dedicato alle Grandi Navi. Dalla laguna veneziana si passa alla Milano dell’industria, delle lotte operaie, degli intellettuali (in mostra, tra gli altri, i ritratti di Ettore Sotsass, Gio Ponti, Ugo Mulas e di Dario Fo), e si percorrono quasi tutte le regioni e le città italiane, dalla Sicilia alle risaie piemontesi, osservate nelle loro trasformazioni sociali, culturali e paesaggistiche dal secondo dopoguerra a oggi. E in questo scenario fa la sua parte anche il Friuli Venezia Giulia.

Trovano spazio dai luoghi del lavoro realizzati per Alfa Romeo, Fiat, Pirelli e, soprattutto, Olivetti (con cui collabora per 15 anni), che lo conducono, nel corso della sua vita professionale, a vivere le evoluzioni del mondo operario e dei suoi bisogni. Tra gli scatti anche i Cantieri navali di Monfalcone. E infine le stampe racconteranno gli ospedali psichiatrici, fotografati e pubblicati nel 1968 nel volume “Morire di classe”, realizzato insieme a Carla Cerati. Si tratta di immagini di denuncia e rispetto, straordinarie e terribili, nel cui sfondo si può notare anche l’Ospedale psichiatrico di Gorizia, che documentavano per la prima volta le condizioni all’interno di diversi istituti in tutta Italia, 10 anni prima della legge Basaglia che li fece chiudere.

COME IN CMYKEYCHandCOME IN AEPIl Museo Archeologico è ospitato al piano terra dell’ala est del Castello ed è stato inaugurato con un nuovo allestimento nel 2013. L’attuale criterio espositivo si snoda in un percorso di carattere storico il quale, anche grazie al contributo della multimedialità, mette in luce il carattere collezionistico della ricerca archeologica tra fine dell’800 e primi anni del ‘900. Il percorso è articolato in sei sale dedicate all’interesse e alle attività di collezionisti e eruditi friulani ed espone reperti che vanno dai vasi magnogreci, ai corredi funerari protostorici, romani e altomedievali. L’intento è quello di illustrare il risultato di una curiosità intellettuale e personale spesso dettata dalla ricerca del pezzo raro e di valore estetico, più che di ricerca documentale.

servizi Musei

Dal 9 novembre 2017, grazie ai finanziamenti del progetto europeo COME-IN! il Museo Archeologico è dotato di un percorso multisensoriale, assistito da una APP inclusiva che offre un percorso in italiano per non vedenti e, in generale, in italiano, inglese, tedesco e francese.

Scarica l'app  app store logo google play logo 300x104

 

ARCHIVIO RICERCA

Scavi nel sito neolitico e eneolitico di Nogaredo al Torre in collaborazione con il Museo Friulano di Storia Naturale

Il Museo Archeologico in collaborazione con il Museo Friulano di Storia Naturale, conduce su concessione ministeriale uno scavo archeologico presso il sito neolitico e eneolitico di Nogaredo al Torre (UD). Le ricerche condotte nell’area golenale hanno messo in luce una fossa ed un livello antropico ricchi di materiale archeologico attualmente in corso di studio.

Le migrazioni in epoca preistorica

Le migrazioni sono la componente fondamentale nella formazione della società europea. I dati archeologici e quelli genetici dimostrano, infatti, che i periodi di grandi trasformazioni economiche spesso corrispondono all’arrivo di nuove genti. È il caso di quanto accadde nell’area balcanica e adriatica 8000 anni fa, quando genti portatrici di grandi novità, come l’allevamento e l’agricoltura, giunsero dalla Mezzaluna Fertile in questi territori trasformando fatalmente i modi di vita delle comunità di cacciatori e raccoglitori che incontrarono sulla loro strada. Attualmente questi flussi migratori sembrano aver seguito due direzioni: una marittima, lungo le coste, ed una più interna.

Il Museo Archeologico di Udine ha iniziato questo percorso di ricerca con la mostra “Adriatico senza confini. Via di Comunicazione e crocevia di popoli nel 6000 a.C.” e nel 2018 ha in programma di condurre alcune ricerche sulla migrazione verticale: la transumanza nelle Prealpi Carniche.

Abitati fortificati dalla preistoria al XV secolo

Dalla fine del Neolitico sino al XV secolo il Friuli è contraddistinto dalla presenza di abitati fortificati che caratterizzano anche la peculiare morfologia del territorio regionale. Un fenomeno interessante che è stato parzialmente analizzato nei suoi aspetti più recenti in un incontro tenutosi al Museo Archeologico nel 2014 dal titolo: “Difendere il contado: proprietà collettive in montagna. Dalle “cortine” medievali in Carnia alle Regole di Cortina d’Ampezzo” e che appartiene alla tradizione del nostro territorio, testimoniato dalla presenza di abitati fortificati fin dal 3.500 a.C..

Il Comune di Udine dal 2014 è partner del progetto "protostoria in Friuli", l'accordo tra i comuni di Basiliano, Castions di Strada, Codroipo, Coseano, Dignano, Fagagna, Flaibano, Lestizza, Mereto di Tomba, Pozzuolo del Friuli, Rive d'Arcano, Sedegliano, Spilimbergo e Udine che mira alla valorizzazione e promozione di queste peculiari strutture protostoriche. Per fornire un primo approccio al tema i Comuni coinvolti nel progetto hanno realizzato il sito www.protostoriainfriuli.it.


ACCESSIBILITA' MUSEALE

Pari opportunità nella cultura: è l’obiettivo che dal 2014 il Museo Archeologico di Udine persegue negli allestimenti delle mostre e nelle attività al pubblico. Un percorso iniziato nel giugno del 2014 con un seminario dal titolo “Un Museo senza barriere”, organizzato in collaborazione con il Laboratorio dell’accessibilità universale dell’Università di Siena per tutti gli operatori didattici, gli addetti ai lavori e le figure professionali che si confrontano quotidianamente con l’accessibilità ai Musei da parte delle persone con disabilità, ma anche da coloro che hanno particolari esigenze.

A questa esperienza seminariale il Museo Archeologico ha fatto seguire la sperimentazione di alcuni aspetti di accessibilità attraverso la mostra “Adriatico senza confini. Via di comunicazione e crocevia di popoli nel 6000 a.C.”, esperienza proseguita nel 2015 con la realizzazione della mostra “Mense e banchetti nella Udine rinascimentale”.

 

COME IN CMYKIl Museo è stato impegnato insieme ad altri 13 partner di Polonia, Germania, Austria, Croazia, Slovenia e Italia in un progetto europeo dedicato a queste tematiche COME-IN! (Cooperazione per una piena accessibilità ai musei –verso una maggiore inclusione), finanziato dal Programma Interreg CENTRAL EUROPE. Scopo del progetto valorizzare il patrimonio culturale, potenziando le capacità di musei di piccole e medie dimensioni di attrarre visitatori, rendendosi accessibili alle persone con disabilità. Il suo sviluppo ha visto il coinvolgimento di musei, associazioni di disabili, accademici, istituti di formazione e decisori politici provenienti dall’Europa centrale, che si sono impegnanati a individuare standard transnazionali e a trasferire competenze tecniche per assicurare l’accessibilità ai musei coinvolti nel progetto. Più precisamente, il progetto si è occupato di stabilire e mettere a disposizione delle linee guida per riorganizzare in modo accessibile collezioni e mostre, assieme ad un manuale di formazione per gli operatori museali

Infine, è stata realizzata un’etichetta COME-IN! che funge da strumento promozionale: il label COME-IN! Può essere assegnato ai musei che applicano gli standard di accessibilità stabiliti nell’ambito del progetto. L’etichetta è stata promossa a livello transnazionale, nazionale e locale al fine di garantire la visibilità dei musei aderenti e la sostenibilità e trasferibilità del progetto. 

COME-IN! ha avuto inizio il 1 luglio 2016, si è concluso il 30 giugno 2019 e ha potuto contare su un budget complessivo di 2.724.487,50 euro, con 345.000,00 euro assegnati al Museo Archeologico di Udine, grazie ai quali ha potuto condurre molteplici interventi.

Per approfondire le tematiche di accessibilità museale, scarica gli atti della conferenza COME-IN! tenutasi a Udine il 9 novembre 2017, un articolo che riassume gli interventi realizzati a Udine, un contributo che analizza il feedback dei visitatori e un progetto di educazione museale volta all'inclusione sociale e alla riabilitazione da dipendenze.

Per saperne di più consulta la newsletter o vedi le video interviste.


MAPPA SITI

Il Museo Archeologico custodisce reperti scoperti durante scavi eseguiti in siti italiani e stranieri. L'elenco è suddiviso per aree geografiche ed evidenziati in grassetto sono indicati i siti le cui schede dell'inventario saranno prossimamente on-line.

Siti città di Udine

  • Colle del Castello
  • Piazza Duomo e vecchio duomo
  • Piazza I Maggio
  • Piazza Venerio
  • Planis
  • San Gottardo
  • Via Brenari
  • Via del Gelso
  • Via Pracchiuso
  • Ponte Cormor
  • Vat
  • Via Bariglaria

Siti friulani

  • Adegliacco
  • Aiello del Friuli
  • Alnicco
  • Aquileia
  • Buia
  • Carpeneto
  • Castions di Strada
  • Fagagna
  • Gemona
  • Gonars
  • Gradisca di Sedegliano
  • Gradisca sul Cosa
  • Gradiscutta di Varmo
  • Joannis
  • Laguna di Marano
  • Lavariano
  • Lovaria
  • Mereto di Tomba
  • Moruzzo
  • Muzzana del Turgnano
  • Pavia di Udine
  • Pozzuolo del Friuli
  • San Giorgio di Nogaro
  • San Vito di Fagagna
  • Sclaunicco
  • Sevegliano
  • Socchieve
  • Strassoldo
  • Venzone
  • Basiliano
  • Buttrio
  • Cividale
  • Lestizza
  • Porpetto
  • San Daniele
  • San Giovanni di Casarsa (PN)
  • San Giovanni di Polcenigo (PN)
  • Tricesimo
  • Zuglio

Siti italiani

  • Lombardia, Cuggiano (MI)
  • Puglia, Mesagne (BR)
  • Puglia,Taranto
  • Sardegna, Altipiano di Santa Lucia Ales
  • Sardegna, Chiesa di S. Paragovio Noli
  • Sardegna, Nuraghe
  • Sardegna, Ballao
  • Sardegna, Tharros - CA
  • Sicilia, Erice
  • Sicilia, Selinunte

Siti esteri

  • Egitto
  • Rodi

Percorsi

Sala 1.Francesco di Toppo

Il percorso espositivo è introdotto da un video in cui un attore personifica il conte Francesco di Toppo  (1797-1883) esponente di spicco della nobiltà udinese che si distinse come collezionista di reperti archeologici e letterato. Nel 1866 fu presidente della Commissione archeologica pel Friuli e ispettore onorario di Aquileia. Donò nel 1883 la sua collezione archeologica. Il video fa rivivere all’odierno visitatore il giorno dell’inaugurazione del Museo Friulano, avvenuta il 13 maggio 1866 e di cui il Museo Archeologico ne fu parte insieme alle altre collezioni.

Sala 1 Introduzione Di Toppo

Percorsi

Sala 2.Augusto de Brandis

Augusto de Brandis (1870-1928), esponente di un’importante casata nobiliare, donò nel 1924 la sua imponente raccolta composta da 400 pezzi in terracotta databili tra VII e I secolo a. C., 6.000 monete greche e 8.000 monete romane. L’oggetto più importante della sua collezione è uno stamnos attribuito al pittore Menelao, ceramografo attico della seconda metà del V secolo a. C. Ricchissima è la collezione di ceramica: dai vasi prodotti a Corinto e ad Atene nel VII secolo a. C. alla ceramica magnogreca e greco-indigena. Le lucerne sono oltre quaranta.

 D813559

Percorsi

Sala 3.Nobili, eruditi e religiosi

Il fermento culturale che vide la nascita del Museo Friulano spinse molti nobili, eruditi e religiosi a donare i loro reperti archeologici di notevole valore estetico e documentario. Tra questi, oggetti di età protostorica dell’abitato e della necropoli del colle di Moruzzo donati dai conti Gropplero; reperti di epoca romana della contessa di Prampero Peretti; reperti longobardi della necropoli di Planis consegnati dal conte Antonino di Prampero. Inoltre di grande importanza sono il busto in bronzo di Menade di epoca romana, dono di Giulio Andrea Pirona e quello in marmo albastrino di Serapide, dono di Giuliano Mauroner.

 D813590

Percorsi

Sala 4.Francesco di Toppo e gli scavi di Aquileia

Nel 1859 Francesco di Toppo iniziò le sue ricerche archeologiche ad Aquileia che interessarono soprattutto vaste aree sepolcrali. In differenti corredi di tombe sono stati rinvenuti balsamari in vetro e terracotta tra cui il rarissimo rython in vetro a soffiatura libera del I-II secolo d. C.; ottanta lucerne, recipienti ceramici per le libagioni funerarie tra cui una brocca monoansata in ceramica invetriata del IV secolo d.C. e l’ampolla di San Menas. Difficile è la ricostruzione dei corredi funerari poiché di Toppo li raggruppò per categorie.

 D813636

Percorsi

Sala 5.Dal collezionismo al museo pubblico

Il percorso sui temi del collezionismo si conclude con una valutazione di questo fenomeno, che se tra ‘800 e ‘900 ha consentito la conservazione del nostro patrimonio culturale e la formazione di quasi tutti i musei pubblici, al giorno d’oggi è da considerarsi un valore superato: la decontestualizzazione dei reperti, infatti, non consente una ricostruzione storica dei complessi archeologici che è alla base della ricerca moderna. In questa sala è esposto il mosaico pavimentale aquileiese rinvenuto nel Fondo Ritter ad Aquileia ed entrato nelle collezioni cittadine nel 1933, a testimonianza di un criterio di acquisizione più estetico che documentale.

Sala Collezionismo

Percorsi

Sala 6.Luigi Pio Tessitori

L'ultima sala è dedicata a Luigi Pio Tessitori  (1887-1919) e alla ricerca archeologica all'estero. Tessitori, nobile friulano, giunse nel nord dell’India nel 1914 per dedicarsi allo studio di manoscritti della letteratura bardica e delle leggende e tradizioni popolari. L'incontro con Sir John Marshall, direttore generale dell’Archaeological Survey of India, gli consentì di rivolgere la sua attenzione di studioso anche all’archeologia, compiendo ricerche e svolgendo un ruolo determinante nella formazione del Museo Archeologico di Bikaner.

La sala espone in modo evocativo gli oggetti a lui appartenuti ispirandosi alle foto del suo studiolo indiano, tra cui parte della sua collezione di armi di provenienza indiana e libri a stampa e manoscritti.

Sala Luigi Pio Tessitori

Percorsi

07.Lapidario

Il percorso prosegue all’esterno nel sottoportico del castello, con il Lapidario che presenta epigrafi, monumenti e sculture di epoca romana provenienti soprattutto dalle collezioni dei conti Gorgo e di Toppo, che avevano proprietà fondiarie ad Aquileia e dintorni. Sono esposti anche materiali frutto di ritrovamenti fortuiti o utilizzati come reimpieghi in vari edifici. I reperti suddivisi per aree tematiche illustrano soprattutto le necropoli e la viabilità antica.

Lapidario

Percorsi

08.Playroom

Il percorso del Museo Archeologico si conclude con la Playroom aperta al pubblico, attrezzata con giochi che è possibile utilizzare anche in assenza di operatori didattici. Un luogo, quest'ultimo, nel quale i bambini possono vivere il Museo in modo meno tradizionale. Qui sono esposti i materiali rinascimentali da mensa provenienti dallo scavo di piazza Venerio (1989), sito in si trovava l'antica dimora della nobile famiglia udinese dei Savorgnan.

 DSC7167

14 giugno - 13 ottobre 2024

Museo Etnografico del Friuli

orari e biglietti

La mostra ‘900 in corriera. Storia del trasporto pubblico in Friuli è un progetto partecipativo, storico ed etnografico, che raccoglie le intenzioni di tanti appassionati della storia dei marchi friulani che, negli anni, hanno raccolto testimonianze e contenuti su questo tema.

Grazie al lavoro di questi esperti, il Museo Etnografico del Friuli ha raccolto una sfida che ha come obiettivo primario la ricostruzione della storia dei vettori privati che hanno cambiato la società del Friuli del ‘900, le geografie della regione e della città di Udine.

‘900 in corriera conta sull’apporto di tanti testimoni e su tutti coloro che per motivi di lavoro, studio, emigrazione hanno ‘preso la corriera’ nel secolo scorso.
Il progetto ‘900 in corriera. Storia del trasporto pubblico in Friuli è a cura dello staff del Museo
Etnografico del Friuli, Civici Musei di Udine. È stato realizzato grazie al sostegno della Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia L.R. n. 16/2014 art. 27 quater. Avviso pubblico per la realizzazione di eventi e manifestazioni volti a favorire l’approfondimento e la conoscenza della storia del Novecento. Anno 2023.

Altri enti hanno voluto sostenere quest’avventura che racconto 100 anni di mobilità in Friuli.

Sono formalmente partner di progetto:
il Comune di Cividale del Friuli
il Comune di Spilimbergo
la Comunità di Montagna della Carnia, Tolmezzo
la Comunità di Montagna del Canal del Ferro e Val Canale, Pontebba


Condividono l’interesse verso il tema:
inBUSclub APS (Muggia) che conserva e valorizza gli autobus d’epoca circolanti in regione

ARRIVA Udine spa, importante attore del trasporto pubblico del Nord-Est.

L’allestimento espositivo propone testi di sala e infografiche che dettagliano la storia dei vettori privati friulani ma anche oggetti, documenti, fotografie, biglietti, memorabilia e parti di divise. Tutti
beni cari a chi ha frequentato le corriere negli anni in cui tante imprese private (Ferrari, Collavini,
Olivo, Pupin, Tavoschi, SGEA, Ribi, SAITA, Molaro, Picco e Comelli, Stefanutti, ...) si spartivano le tratte sul territorio regionale.

La mostra raccoglie interessanti testimonianze video raccolte presso persone che sono state particolarmente legate a questo mondo: utenti, familiari di imprenditori, ex dipendenti, emigranti.

Il progetto ‘900 in corriera. Storia del trasporto pubblico in Friuli farà tornare tutti in corriera!

Sono previste, per i prossimi mesi, visite guidate e uscite in bus d’epoca alla scoperta delle tratte storiche che hanno visto viaggiare migliaia di friulane e friulani nel corso del ‘900.

Calendario visite guidate mostra ‘900 in corriera. Storia del Trasporto Pubblico in Friuli

Il Museo Etnografico del Friuli organizza delle visite guidate gratuite alla mostra ‘900 in corriera. Storia del Trasporto Pubblico in Friuli.

Venerdì 12 luglio 2024, ore 10

Venerdì 26 luglio 2024, ore 10

Venerdì 02 agosto 2024, ore 10

Venerdì 09 agosto 2024, ore 10

Venerdì 23 agosto 2024, ore 10

Venerdì 30 agosto 2024, ore 10

Venerdì 06 settembre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

Venerdì 13 settembre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

Venerdì 20 settembre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

Venerdì 27 settembre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

Venerdì 04 ottobre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

Venerdì 11 ottobre 2024, ore 10. È prevista anche una camminata per la città di Udine alla scoperta di alcuni luoghi significativi per la storia del trasporto pubblico locale.

La partecipazione alle visite è gratuita ed è consentita, previo acquisto del biglietto d'ingresso, fino al raggiungimento della capienza massima.



Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia L.R. n. 16/2014 art. 27 quater. Avviso pubblico per la realizzazione di eventi e manifestazioni volti a favorire l’approfondimento e la conoscenza della storia del Novecento. Anno 2023.

INFO

MEF Museo Etnografico del Friuli
via Grazzano, 1 - 3100 Udine
telefono +39 04321272591
e-mail biglietterie.civicimusei[at]comune.udine.it

 

Foto 6

 

Silvio Buiatti, Sul lago

Castello di Udine - Museo della Fotografia

Inaugurazione Venerdì 13 dicembre 2019 ore 18

Apre al pubblico il nuovo Museo Friulano della Fotografia, completamente riallestito negli spazi recentemente ristrutturati del Castello: un percorso  articolato in otto sale in una cornice suggestiva e con un punto di vista privilegiato sulla città.
L’inaugurazione avrà luogo venerdì 13 dicembre alle 18 nel Salone del Parlamento del Castello.

Leggi tutto: Nuovo Museo Friulano della Fotografia

Il Museo Friulano della Fotografia si sviluppa nella suggestiva cornice del terzo piano del Castello.
Nato nel 2001 a completamento del percorso sull’immagine del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, il Museo della Fotografia è stato ampliato e completamente rinnovato nel 2019.
Valorizza il ricco patrimonio fotografico conservato in Fototeca proponendo un’alternanza tra immagini originali, video e multimediali, recuperando il ruolo della fotografia storica come opera d’arte per narrare delle “storie per immagini”.
Il percorso è articolato in sette sale tematiche ed una sala dedicata alle mostre temporanee.

Ingresso

Percorsi

Sala I.

DALLA FOTOTECA AL MUSEO

La Fototeca è nata con i Civici Musei di Udine come archivio di documentazione iconografica dei materiali conservati in Museo. Nel corso di oltre un secolo è cresciuta arricchendosi di pregevoli fondi.
Oggi per ricchezza e completezza è un punto di riferimento essenziale per gli storici e gli studiosi e una “miniera” dalla quale attingere per esposizioni ed approfondimenti: si compone di oltre 200.000 tra negativi e positivi di vario formato.

Il percorso si apre con la presentazione delle collezioni e la collocazione dell’opera dei fotografi locali nel vasto panorama della fotografia e dell’evoluzione delle tecniche.

Sala I

Percorsi

Sala II.

IL RITRATTO

La fotografia fin dalle origini ha risposto al desiderio comune di rappresentare la propria immagine. Il ritratto fotografico, da metà dell’Ottocento, ebbe una rapida diffusione grazie alla precisione dei risultati ed al costo più contenuto rispetto ad un ritratto pittorico.

Il visitatore entrando nello studio fotografico di inizio Novecento, realizzato con gli strumenti provenienti dagli studi Pignat e Brisighelli, può vedere la propria immagine ribaltata nell’antico banco ottico posto al centro della sala.

Alle pareti sono esposti ritratti realizzati da alcuni dei fotografi rappresentati in Fototeca: Augusto Agricola, Luigi Pignat, Silvio Maria Bujatti.
Giuseppe Malignani è stato tra i primi a Udine a dedicarsi al ritratto in studio passando dalla professione di pittore a quella di fotografo e sue sono molte delle carte de visite esposte.

Sala II

Percorsi

Sala III.

IL PAESAGGIO

La fotografia paesaggistica offre lo spunto per riflettere sul concetto di paesaggio e sulla sua rappresentazione. I fotografi friulani si sono dedicati da subito alla descrizione del territorio creando delle immagini molto personali.

Attilio Brisighelli è il fotografo maggiormente presente in questo filone sia nell’archivio Friuli sia nel fondo Brisighelli con album dedicati a tutta la regione e servizi pubblicati sulle riviste locali.
Gli scatti ottocenteschi dell’archivio della Società Alpina Friulana propongono un Friuli molto diverso da oggi. 
Tra i paesaggi di tendenza pittorica in fotografia ricche di fascino, le opere di Silvio Maria Bujatti che alternano l’effetto flou ad una straordinaria nitidezza. Al loro fianco sono esposti i paesaggi grafici in bianco e nero di Elio Ciol.

Uno spazio speciale è riservato ad Arturo Malignani, genio della luce che nei suoi viaggi di inizio Novecento si dilettò a realizzare le fotografie stereoscopiche donate ai Musei dagli eredi nel 2015.

Sala III

Percorsi

Sala IV.

UDINE, UNA STORIA PER IMMAGINI

Con l’intento di raccontare la storia e far trasparire l’identità del territorio, si presenta Udine dalla metà dell’Ottocento ad oggi proseguendo la narrazione che comincia nel Museo Archeologico e prosegue in Galleria d’Arte Antica.

La prima fotografia di Udine conservata presso i Civici Musei è il Ricordo dell’Esposizione Friulana d’Arti belle e mestierirealizzata dal conte udinese Augusto Agricola nel 1856: ritrae un gruppo di notabili a fianco della loggia del Lionello.
L’esposizione prosegue con le immagini del Castello realizzate da Giuseppe Malignani ed altri scorci di città ancor oggi riconoscibili o ormai scomparsi.

Un video narra la storia della città, mentre un multimediale propone una visita virtuale attraverso degli scatti di vita e in vari luoghi, non tralasciando il confronto tra passato e presente.

Sala IV

Percorsi

Sala V.

I COSTUMI DELLA TRADIZIONE

La quinta sala, affaccio sulla Galleria d’Arte Antica, è dedicata alle tradizioni e ai costumi con le fotografie di Umberto Antonelli, farmacista e fotografo padovano che trasferitosi in Carnia ha ritratto un Friuli arcaico in immagini studiate e accuratamente composte che raccontano la tradizione ed i valori della gente del luogo.

I visitatori possono fermarsi qui a consultare le pubblicazioni dei nostri Musei utilizzando lo spazio relax.

Sala V

Percorsi

Sala VI.

GLI STRUMENTI PER LA FOTOGRAFIA

La storia della fotografia come arte è legata all’evoluzione delle tecniche e degli strumenti fotografici.

Le macchine dei fotografi rappresentati in Museo ripercorrono l’evoluzione del mezzo con cui fare fotografia: la grande macchina da banco in legno e la campagnola, le macchine a pellicola, più compatte, fino alle digitali.

Un multimediale, finanziato con il contributo europeo POR-FESR 2014-2020 Agenda Urbana, illustra inoltre il procedimento per la realizzazione delle fotografie analogiche. 

Sala VI

Percorsi

Sala VII.

LA GRANDE GUERRA DOCUMENTATA - allestimento sostituito da una mostra temporanea

L’ultima sala tematica ospita il ricordo della Prima Guerra Mondiale, di "Udine capitale della guerra” in quanto capoluogo più vicino al fronte dove si combatteva, centro direttivo delle operazioni belliche e sede del Comando Supremo.

È esposta una piccola parte del fondo Augusto Luxardo della Biblioteca d’Arte dei Musei ed è possibile guardare dei video di approfondimento sul tema della propaganda.

Sala VII