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Castello, Salone del Parlamento e sale attigue della Galleria Arte Antica (11, 12 e 13)

5 aprile – 4 novembre 2025

orari e biglietti

Mostra realizzata dai Civici Musei di Udine a cura di Silvia Bianco, Alessandra Mauro, Roberto Koch in collaborazione con Angela Salomone Iodice, Barbara Iodice, Suleima Autore

 

I Civici Musei di Udine, proseguendo la riflessione sul valore della fotografia come opera d’arte e, lavorando sull’opera e gli archivi di grandi fotografi italiani, propongono, per la prima volta in regione, una mostra antologica negli spazi del Castello rendendo omaggio al celebre fotografo napoletano Mimmo Jodice, già vincitore, nel 1992 del Premio FVG Fotografia conferito dal CRAF.

Nato a Napoli nel 1934, Mimmo Jodice si avvicina alla fotografia attratto dalla sua capacità di creare visioni. Il suo percorso, complesso e lungo, attraversa la fotografia e l’arte italiana nelle sue diverse fasi: dalle sperimentazioni concettuali degli anni sessanta a una fotografia che fissa dritto negli occhi le piaghe sociali; da una ridefinizione del paesaggio italiano, nella stagione dei lavori collettivi intorno alla possibilità di guardare ancora il “Bel Paese”, fino alla ricerca più rarefatta e puntuale sui luoghi e il patrimonio del nostro passato. Un percorso artistico particolare, vario e sempre coerente che lo stesso Jodice, nel libro La camera incantata, ha descritto attraverso alcune parole chiave che lo rappresentano: linguaggio, persone, silenzio, enigma, prospettive e riverberi.

La mostra presenta 140 fotografie realizzate tra il 1964 e il 2015, tra le quali diverse delle opere più iconiche che hanno definitivamente attestato la grandezza del maestro napoletano, opere in bianco e nero di diversi formati e in varie composizioni in un percorso e selezione nuovi, studiati per il Museo di Udine.

L’esposizione nasce dalla collaborazione con il celebre fotografo proponendo una sequenza di immagini inedita grazie ad un percorso espositivo pensato per ripercorrere l’attività e il processo creativo, ricercato e innovativo del maestro napoletano, sottolineando le peculiarità e le particolarità in una sequenza tematica che riprende i temi principali della sua opere: linguaggi, attenzione al sociale e alle tradizioni, silenzio, rapporto con le opere del passato, visioni di natura e città che vanno oltre i limiti geografici nazionali in una visione artistica globale.

Un processo raffinato e intimo il lavoro di Jodice, che si arricchisce delle sue memorie personali, del suo vissuto in una città ricca e complessa come Napoli fatta di luoghi, persone e memorie, della sua capacità di mostrarci la realtà osservata attraverso il filtro di un tempo diverso e sospeso. La mostra, a partire dallo studio del percorso artistico e creativo, propone una sintesi della produzione del maestro napoletano, ripercorrendo e soffermandosi sui principali temi ispiratori della sua arte, seguendo il filo che unisce i progetti e narra la sua poetica.

Linguaggi, Città, da Napoli - la sua Napoli – passando da Trieste e aprendosi alle città del mondo, rapporto con la Storia ed il Passato, Natura e Mari.

La mostra Mimmo Jodice. L’enigma della luce propone un percorso nuovo e quanto più possibile completo per illustrare l’opera dell’artista. I curatori hanno proposto l’esposizione di progetti completi per coinvolgere maggiormente il pubblico e dare la possibilità anche ai più giovani di comprendere linguaggio e contenuti.

Tra le fotografie dedicate alle città, è presentato un nucleo di fotografie realizzate a Trieste nel 1985; nella sezione dedicata alla Natura trova spazio l’intero progetto Eden, realizzato nel 1995, costituito da 44 fotografie in cui Jodice rivisita il tema classico della natura morta fotografando composizioni inusuali come metafora sulla violenza quotidiana, la violenza persuasiva e pervasiva con la quale bisogni indotti ed effimeri ci seducono.

I visitatori incrociano gli sguardi delle statue del passato nelle opere Anamnesi e I volti della memoria.

La visita alla mostra si conclude nel silenzio dei mari di Jodice e con un estratto del documentario realizzato da Mario Martone in cui Mimmo Jodice si racconta.

 

Per il programma di visite guidate consultare la sezione news e didattica.

 

Orario di apertura: da martedì a domenica 10-18, chiuso il lunedì

Chiuso il 20 aprile (Pasqua) e il 1° maggio

Aperture straordinarie: lunedì 21 aprile (Pasquetta), lunedì 2 giugno

 

 

COME IN CMYKEYCHandCOME IN AEPIl Museo Archeologico è ospitato al piano terra dell’ala est del Castello ed è stato inaugurato con un nuovo allestimento nel 2013. L’attuale criterio espositivo si snoda in un percorso di carattere storico il quale, anche grazie al contributo della multimedialità, mette in luce il carattere collezionistico della ricerca archeologica tra fine dell’800 e primi anni del ‘900. Il percorso è articolato in sei sale dedicate all’interesse e alle attività di collezionisti e eruditi friulani ed espone reperti che vanno dai vasi magnogreci, ai corredi funerari protostorici, romani e altomedievali. L’intento è quello di illustrare il risultato di una curiosità intellettuale e personale spesso dettata dalla ricerca del pezzo raro e di valore estetico, più che di ricerca documentale.

servizi Musei

Dal 9 novembre 2017, grazie ai finanziamenti del progetto europeo COME-IN! il Museo Archeologico è dotato di un percorso multisensoriale, assistito da una APP inclusiva che offre un percorso in italiano per non vedenti e, in generale, in italiano, inglese, tedesco e francese.

Scarica l'app  app store logo google play logo 300x104

 

ARCHIVIO RICERCA

Scavi nel sito neolitico e eneolitico di Nogaredo al Torre in collaborazione con il Museo Friulano di Storia Naturale

Il Museo Archeologico in collaborazione con il Museo Friulano di Storia Naturale, conduce su concessione ministeriale uno scavo archeologico presso il sito neolitico e eneolitico di Nogaredo al Torre (UD). Le ricerche condotte nell’area golenale hanno messo in luce una fossa ed un livello antropico ricchi di materiale archeologico attualmente in corso di studio.

Le migrazioni in epoca preistorica

Le migrazioni sono la componente fondamentale nella formazione della società europea. I dati archeologici e quelli genetici dimostrano, infatti, che i periodi di grandi trasformazioni economiche spesso corrispondono all’arrivo di nuove genti. È il caso di quanto accadde nell’area balcanica e adriatica 8000 anni fa, quando genti portatrici di grandi novità, come l’allevamento e l’agricoltura, giunsero dalla Mezzaluna Fertile in questi territori trasformando fatalmente i modi di vita delle comunità di cacciatori e raccoglitori che incontrarono sulla loro strada. Attualmente questi flussi migratori sembrano aver seguito due direzioni: una marittima, lungo le coste, ed una più interna.

Il Museo Archeologico di Udine ha iniziato questo percorso di ricerca con la mostra “Adriatico senza confini. Via di Comunicazione e crocevia di popoli nel 6000 a.C.” e nel 2018 ha in programma di condurre alcune ricerche sulla migrazione verticale: la transumanza nelle Prealpi Carniche.

Abitati fortificati dalla preistoria al XV secolo

Dalla fine del Neolitico sino al XV secolo il Friuli è contraddistinto dalla presenza di abitati fortificati che caratterizzano anche la peculiare morfologia del territorio regionale. Un fenomeno interessante che è stato parzialmente analizzato nei suoi aspetti più recenti in un incontro tenutosi al Museo Archeologico nel 2014 dal titolo: “Difendere il contado: proprietà collettive in montagna. Dalle “cortine” medievali in Carnia alle Regole di Cortina d’Ampezzo” e che appartiene alla tradizione del nostro territorio, testimoniato dalla presenza di abitati fortificati fin dal 3.500 a.C..

Il Comune di Udine dal 2014 è partner del progetto "protostoria in Friuli", l'accordo tra i comuni di Basiliano, Castions di Strada, Codroipo, Coseano, Dignano, Fagagna, Flaibano, Lestizza, Mereto di Tomba, Pozzuolo del Friuli, Rive d'Arcano, Sedegliano, Spilimbergo e Udine che mira alla valorizzazione e promozione di queste peculiari strutture protostoriche. Per fornire un primo approccio al tema i Comuni coinvolti nel progetto hanno realizzato il sito www.protostoriainfriuli.it.


ACCESSIBILITA' MUSEALE

Pari opportunità nella cultura: è l’obiettivo che dal 2014 il Museo Archeologico di Udine persegue negli allestimenti delle mostre e nelle attività al pubblico. Un percorso iniziato nel giugno del 2014 con un seminario dal titolo “Un Museo senza barriere”, organizzato in collaborazione con il Laboratorio dell’accessibilità universale dell’Università di Siena per tutti gli operatori didattici, gli addetti ai lavori e le figure professionali che si confrontano quotidianamente con l’accessibilità ai Musei da parte delle persone con disabilità, ma anche da coloro che hanno particolari esigenze.

A questa esperienza seminariale il Museo Archeologico ha fatto seguire la sperimentazione di alcuni aspetti di accessibilità attraverso la mostra “Adriatico senza confini. Via di comunicazione e crocevia di popoli nel 6000 a.C.”, esperienza proseguita nel 2015 con la realizzazione della mostra “Mense e banchetti nella Udine rinascimentale”.

 

COME IN CMYKIl Museo è stato impegnato insieme ad altri 13 partner di Polonia, Germania, Austria, Croazia, Slovenia e Italia in un progetto europeo dedicato a queste tematiche COME-IN! (Cooperazione per una piena accessibilità ai musei –verso una maggiore inclusione), finanziato dal Programma Interreg CENTRAL EUROPE. Scopo del progetto valorizzare il patrimonio culturale, potenziando le capacità di musei di piccole e medie dimensioni di attrarre visitatori, rendendosi accessibili alle persone con disabilità. Il suo sviluppo ha visto il coinvolgimento di musei, associazioni di disabili, accademici, istituti di formazione e decisori politici provenienti dall’Europa centrale, che si sono impegnanati a individuare standard transnazionali e a trasferire competenze tecniche per assicurare l’accessibilità ai musei coinvolti nel progetto. Più precisamente, il progetto si è occupato di stabilire e mettere a disposizione delle linee guida per riorganizzare in modo accessibile collezioni e mostre, assieme ad un manuale di formazione per gli operatori museali

Infine, è stata realizzata un’etichetta COME-IN! che funge da strumento promozionale: il label COME-IN! Può essere assegnato ai musei che applicano gli standard di accessibilità stabiliti nell’ambito del progetto. L’etichetta è stata promossa a livello transnazionale, nazionale e locale al fine di garantire la visibilità dei musei aderenti e la sostenibilità e trasferibilità del progetto. 

COME-IN! ha avuto inizio il 1 luglio 2016, si è concluso il 30 giugno 2019 e ha potuto contare su un budget complessivo di 2.724.487,50 euro, con 345.000,00 euro assegnati al Museo Archeologico di Udine, grazie ai quali ha potuto condurre molteplici interventi.

Per approfondire le tematiche di accessibilità museale, scarica gli atti della conferenza COME-IN! tenutasi a Udine il 9 novembre 2017, un articolo che riassume gli interventi realizzati a Udine, un contributo che analizza il feedback dei visitatori e un progetto di educazione museale volta all'inclusione sociale e alla riabilitazione da dipendenze.

Per saperne di più consulta la newsletter o vedi le video interviste.


MAPPA SITI

Il Museo Archeologico custodisce reperti scoperti durante scavi eseguiti in siti italiani e stranieri. L'elenco è suddiviso per aree geografiche ed evidenziati in grassetto sono indicati i siti le cui schede dell'inventario saranno prossimamente on-line.

Siti città di Udine

  • Colle del Castello
  • Piazza Duomo e vecchio duomo
  • Piazza I Maggio
  • Piazza Venerio
  • Planis
  • San Gottardo
  • Via Brenari
  • Via del Gelso
  • Via Pracchiuso
  • Ponte Cormor
  • Vat
  • Via Bariglaria

Siti friulani

  • Adegliacco
  • Aiello del Friuli
  • Alnicco
  • Aquileia
  • Buia
  • Carpeneto
  • Castions di Strada
  • Fagagna
  • Gemona
  • Gonars
  • Gradisca di Sedegliano
  • Gradisca sul Cosa
  • Gradiscutta di Varmo
  • Joannis
  • Laguna di Marano
  • Lavariano
  • Lovaria
  • Mereto di Tomba
  • Moruzzo
  • Muzzana del Turgnano
  • Pavia di Udine
  • Pozzuolo del Friuli
  • San Giorgio di Nogaro
  • San Vito di Fagagna
  • Sclaunicco
  • Sevegliano
  • Socchieve
  • Strassoldo
  • Venzone
  • Basiliano
  • Buttrio
  • Cividale
  • Lestizza
  • Porpetto
  • San Daniele
  • San Giovanni di Casarsa (PN)
  • San Giovanni di Polcenigo (PN)
  • Tricesimo
  • Zuglio

Siti italiani

  • Lombardia, Cuggiano (MI)
  • Puglia, Mesagne (BR)
  • Puglia,Taranto
  • Sardegna, Altipiano di Santa Lucia Ales
  • Sardegna, Chiesa di S. Paragovio Noli
  • Sardegna, Nuraghe
  • Sardegna, Ballao
  • Sardegna, Tharros - CA
  • Sicilia, Erice
  • Sicilia, Selinunte

Siti esteri

  • Egitto
  • Rodi

Percorsi

Sala 1.Francesco di Toppo

Il percorso espositivo è introdotto da un video in cui un attore personifica il conte Francesco di Toppo  (1797-1883) esponente di spicco della nobiltà udinese che si distinse come collezionista di reperti archeologici e letterato. Nel 1866 fu presidente della Commissione archeologica pel Friuli e ispettore onorario di Aquileia. Donò nel 1883 la sua collezione archeologica. Il video fa rivivere all’odierno visitatore il giorno dell’inaugurazione del Museo Friulano, avvenuta il 13 maggio 1866 e di cui il Museo Archeologico ne fu parte insieme alle altre collezioni.

Sala 1 Introduzione Di Toppo

Percorsi

Sala 2.Augusto de Brandis

Augusto de Brandis (1870-1928), esponente di un’importante casata nobiliare, donò nel 1924 la sua imponente raccolta composta da 400 pezzi in terracotta databili tra VII e I secolo a. C., 6.000 monete greche e 8.000 monete romane. L’oggetto più importante della sua collezione è uno stamnos attribuito al pittore Menelao, ceramografo attico della seconda metà del V secolo a. C. Ricchissima è la collezione di ceramica: dai vasi prodotti a Corinto e ad Atene nel VII secolo a. C. alla ceramica magnogreca e greco-indigena. Le lucerne sono oltre quaranta.

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Percorsi

Sala 3.Nobili, eruditi e religiosi

Il fermento culturale che vide la nascita del Museo Friulano spinse molti nobili, eruditi e religiosi a donare i loro reperti archeologici di notevole valore estetico e documentario. Tra questi, oggetti di età protostorica dell’abitato e della necropoli del colle di Moruzzo donati dai conti Gropplero; reperti di epoca romana della contessa di Prampero Peretti; reperti longobardi della necropoli di Planis consegnati dal conte Antonino di Prampero. Inoltre di grande importanza sono il busto in bronzo di Menade di epoca romana, dono di Giulio Andrea Pirona e quello in marmo albastrino di Serapide, dono di Giuliano Mauroner.

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Percorsi

Sala 4.Francesco di Toppo e gli scavi di Aquileia

Nel 1859 Francesco di Toppo iniziò le sue ricerche archeologiche ad Aquileia che interessarono soprattutto vaste aree sepolcrali. In differenti corredi di tombe sono stati rinvenuti balsamari in vetro e terracotta tra cui il rarissimo rython in vetro a soffiatura libera del I-II secolo d. C.; ottanta lucerne, recipienti ceramici per le libagioni funerarie tra cui una brocca monoansata in ceramica invetriata del IV secolo d.C. e l’ampolla di San Menas. Difficile è la ricostruzione dei corredi funerari poiché di Toppo li raggruppò per categorie.

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Percorsi

Sala 5.Dal collezionismo al museo pubblico

Il percorso sui temi del collezionismo si conclude con una valutazione di questo fenomeno, che se tra ‘800 e ‘900 ha consentito la conservazione del nostro patrimonio culturale e la formazione di quasi tutti i musei pubblici, al giorno d’oggi è da considerarsi un valore superato: la decontestualizzazione dei reperti, infatti, non consente una ricostruzione storica dei complessi archeologici che è alla base della ricerca moderna. In questa sala è esposto il mosaico pavimentale aquileiese rinvenuto nel Fondo Ritter ad Aquileia ed entrato nelle collezioni cittadine nel 1933, a testimonianza di un criterio di acquisizione più estetico che documentale.

Sala Collezionismo

Percorsi

Sala 6.Luigi Pio Tessitori

L'ultima sala è dedicata a Luigi Pio Tessitori  (1887-1919) e alla ricerca archeologica all'estero. Tessitori, nobile friulano, giunse nel nord dell’India nel 1914 per dedicarsi allo studio di manoscritti della letteratura bardica e delle leggende e tradizioni popolari. L'incontro con Sir John Marshall, direttore generale dell’Archaeological Survey of India, gli consentì di rivolgere la sua attenzione di studioso anche all’archeologia, compiendo ricerche e svolgendo un ruolo determinante nella formazione del Museo Archeologico di Bikaner.

La sala espone in modo evocativo gli oggetti a lui appartenuti ispirandosi alle foto del suo studiolo indiano, tra cui parte della sua collezione di armi di provenienza indiana e libri a stampa e manoscritti.

Sala Luigi Pio Tessitori

Percorsi

07.Lapidario

Il percorso prosegue all’esterno nel sottoportico del castello, con il Lapidario che presenta epigrafi, monumenti e sculture di epoca romana provenienti soprattutto dalle collezioni dei conti Gorgo e di Toppo, che avevano proprietà fondiarie ad Aquileia e dintorni. Sono esposti anche materiali frutto di ritrovamenti fortuiti o utilizzati come reimpieghi in vari edifici. I reperti suddivisi per aree tematiche illustrano soprattutto le necropoli e la viabilità antica.

Lapidario

Percorsi

08.Playroom

Il percorso del Museo Archeologico si conclude con la Playroom aperta al pubblico, attrezzata con giochi che è possibile utilizzare anche in assenza di operatori didattici. Un luogo, quest'ultimo, nel quale i bambini possono vivere il Museo in modo meno tradizionale. Qui sono esposti i materiali rinascimentali da mensa provenienti dallo scavo di piazza Venerio (1989), sito in si trovava l'antica dimora della nobile famiglia udinese dei Savorgnan.

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Museo Etnografico del Friuli

Palazzo Giacomelli, via Grazzano 1 Udine

 

 

31 maggio – 28 settembre 2025

Giovedì 10-14

Venerdì, sabato e domenica 10-18

 

Biglietti

 

QUI/ALTROVE. Migrazioni d’oggi in Friuli è un progetto di ricerca storico- etnografica finalizzato all’indagine dei processi migratori, quanto mai attuali e discussi, ma poco conosciuti.

Nelle geografie globali definite dal migrare, il Friuli è – allo stesso tempo – terra di approdo e terra di partenza. Miriadi di reti transnazionali si dipanano da QUI/ALTROVE per arrivare al QUI/ALTROVE e, da lì, ripartono per altri luoghi ancora. La tecnologia, poi, ridefinisce la lunghezza, la densità e la profondità del tempo/spazio e dei vissuti di chi parte. Il Museo Etnografico del Friuli propone quindi uno studio, diacronico e sincronico, su questi aspetti proponendosi di attuare una ricerca finalizzata alla comprensione delle dinamiche che il migrare definisce all’interno delle comunità dei “partiti”.

La mostra parte dalle testimonianze video di testimoni “partiti” e “arrivati”, protagonisti delle interviste in cui hanno raccontato la loro esperienza di migranti, permettendo di conoscere più da vicino il tema delle migrazioni. L’allestimento espositivo propone inoltre testi di sala e infografiche che dettagliano l’evoluzione del fenomeno migratorio in Italia e in Friuli Venezia Giulia. È presente in mostra anche una sezione relativa a due vicende di migrazione nel secolo scorso, a testimonianza di un fenomeno radicato nella storia della Regione, da cui non si può prescindere per qualsiasi riflessione attuale.

Il progetto QUI/ALTROVE. Migrazioni d’oggi in Friuli è a cura dello staff del Museo Etnografico del Friuli, Civici Musei di Udine. È stato realizzato grazie al sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia GiuliaL.R. n. 16/2014 art. 27 quater.Avviso pubblico volto a favorire la conoscenza e l’approfondimento della storia e dell’etnografia della Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso la realizzazione di studi, ricerche, registrazione di testimonianze, digitalizzazione, ripristino di materiale audiovisivo e fotografico, creazione di prodotti multimediali, fotografici, storytelling ed attività espositive - Anno 2024. Altri enti hanno voluto sostenere il progetto in qualità di partner: Ente Friuli nel Mondo, CSER – Centro Studi Emigrazione di Roma, Time for Africa, Unione emigranti sloveni del Friuli Venezia Giulia /Zveza slovenskih izseljencev Furlanije Julijske Krajine – Slvenci po svetu, Università degli Studi di Udine – Dipartimento DILL. Condividono l’interesse verso il tema: Museo Etnografico di Transilvania /The Transylvanian Museum of Ethnography, Società Italiana per la Museografia e Beni Demo-etno-antropologici – SIMBDEA.

Silvio Buiatti, Sul lago

Castello di Udine - Museo della Fotografia

Inaugurazione Venerdì 13 dicembre 2019 ore 18

Apre al pubblico il nuovo Museo Friulano della Fotografia, completamente riallestito negli spazi recentemente ristrutturati del Castello: un percorso  articolato in otto sale in una cornice suggestiva e con un punto di vista privilegiato sulla città.
L’inaugurazione avrà luogo venerdì 13 dicembre alle 18 nel Salone del Parlamento del Castello.

Leggi tutto: Nuovo Museo Friulano della Fotografia

Il Museo Friulano della Fotografia si sviluppa nella suggestiva cornice del terzo piano del Castello.
Nato nel 2001 a completamento del percorso sull’immagine del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, il Museo della Fotografia è stato ampliato e completamente rinnovato nel 2019.
Valorizza il ricco patrimonio fotografico conservato in Fototeca proponendo un’alternanza tra immagini originali, video e multimediali, recuperando il ruolo della fotografia storica come opera d’arte per narrare delle “storie per immagini”.
Il percorso è articolato in sette sale tematiche ed una sala dedicata alle mostre temporanee.

Ingresso

Percorsi

Sala I.

DALLA FOTOTECA AL MUSEO

La Fototeca è nata con i Civici Musei di Udine come archivio di documentazione iconografica dei materiali conservati in Museo. Nel corso di oltre un secolo è cresciuta arricchendosi di pregevoli fondi.
Oggi per ricchezza e completezza è un punto di riferimento essenziale per gli storici e gli studiosi e una “miniera” dalla quale attingere per esposizioni ed approfondimenti: si compone di oltre 200.000 tra negativi e positivi di vario formato.

Il percorso si apre con la presentazione delle collezioni e la collocazione dell’opera dei fotografi locali nel vasto panorama della fotografia e dell’evoluzione delle tecniche.

Sala I

Percorsi

Sala II.

IL RITRATTO

La fotografia fin dalle origini ha risposto al desiderio comune di rappresentare la propria immagine. Il ritratto fotografico, da metà dell’Ottocento, ebbe una rapida diffusione grazie alla precisione dei risultati ed al costo più contenuto rispetto ad un ritratto pittorico.

Il visitatore entrando nello studio fotografico di inizio Novecento, realizzato con gli strumenti provenienti dagli studi Pignat e Brisighelli, può vedere la propria immagine ribaltata nell’antico banco ottico posto al centro della sala.

Alle pareti sono esposti ritratti realizzati da alcuni dei fotografi rappresentati in Fototeca: Augusto Agricola, Luigi Pignat, Silvio Maria Bujatti.
Giuseppe Malignani è stato tra i primi a Udine a dedicarsi al ritratto in studio passando dalla professione di pittore a quella di fotografo e sue sono molte delle carte de visite esposte.

Sala II

Percorsi

Sala III.

IL PAESAGGIO

La fotografia paesaggistica offre lo spunto per riflettere sul concetto di paesaggio e sulla sua rappresentazione. I fotografi friulani si sono dedicati da subito alla descrizione del territorio creando delle immagini molto personali.

Attilio Brisighelli è il fotografo maggiormente presente in questo filone sia nell’archivio Friuli sia nel fondo Brisighelli con album dedicati a tutta la regione e servizi pubblicati sulle riviste locali.
Gli scatti ottocenteschi dell’archivio della Società Alpina Friulana propongono un Friuli molto diverso da oggi. 
Tra i paesaggi di tendenza pittorica in fotografia ricche di fascino, le opere di Silvio Maria Bujatti che alternano l’effetto flou ad una straordinaria nitidezza. Al loro fianco sono esposti i paesaggi grafici in bianco e nero di Elio Ciol.

Uno spazio speciale è riservato ad Arturo Malignani, genio della luce che nei suoi viaggi di inizio Novecento si dilettò a realizzare le fotografie stereoscopiche donate ai Musei dagli eredi nel 2015.

Sala III

Percorsi

Sala IV.

UDINE, UNA STORIA PER IMMAGINI

Con l’intento di raccontare la storia e far trasparire l’identità del territorio, si presenta Udine dalla metà dell’Ottocento ad oggi proseguendo la narrazione che comincia nel Museo Archeologico e prosegue in Galleria d’Arte Antica.

La prima fotografia di Udine conservata presso i Civici Musei è il Ricordo dell’Esposizione Friulana d’Arti belle e mestierirealizzata dal conte udinese Augusto Agricola nel 1856: ritrae un gruppo di notabili a fianco della loggia del Lionello.
L’esposizione prosegue con le immagini del Castello realizzate da Giuseppe Malignani ed altri scorci di città ancor oggi riconoscibili o ormai scomparsi.

Un video narra la storia della città, mentre un multimediale propone una visita virtuale attraverso degli scatti di vita e in vari luoghi, non tralasciando il confronto tra passato e presente.

Sala IV

Percorsi

Sala V.

I COSTUMI DELLA TRADIZIONE

La quinta sala, affaccio sulla Galleria d’Arte Antica, è dedicata alle tradizioni e ai costumi con le fotografie di Umberto Antonelli, farmacista e fotografo padovano che trasferitosi in Carnia ha ritratto un Friuli arcaico in immagini studiate e accuratamente composte che raccontano la tradizione ed i valori della gente del luogo.

I visitatori possono fermarsi qui a consultare le pubblicazioni dei nostri Musei utilizzando lo spazio relax.

Sala V

Percorsi

Sala VI.

GLI STRUMENTI PER LA FOTOGRAFIA

La storia della fotografia come arte è legata all’evoluzione delle tecniche e degli strumenti fotografici.

Le macchine dei fotografi rappresentati in Museo ripercorrono l’evoluzione del mezzo con cui fare fotografia: la grande macchina da banco in legno e la campagnola, le macchine a pellicola, più compatte, fino alle digitali.

Un multimediale, finanziato con il contributo europeo POR-FESR 2014-2020 Agenda Urbana, illustra inoltre il procedimento per la realizzazione delle fotografie analogiche. 

Sala VI

Percorsi

Sala VII.

LA GRANDE GUERRA DOCUMENTATA - allestimento sostituito da una mostra temporanea

L’ultima sala tematica ospita il ricordo della Prima Guerra Mondiale, di "Udine capitale della guerra” in quanto capoluogo più vicino al fronte dove si combatteva, centro direttivo delle operazioni belliche e sede del Comando Supremo.

È esposta una piccola parte del fondo Augusto Luxardo della Biblioteca d’Arte dei Musei ed è possibile guardare dei video di approfondimento sul tema della propaganda.

Sala VII