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La Culla: un nuovo allestimento nella sede del Museo Etnografico del Friuli

Nella sala del Museo Etnografico del Friuli dedicata alla "Tradizione del mobile", periodicamente vengono allestiti percorsi a rotazione sull’articolato tema della storia, delle tipologie e delle tecniche: ora il Museo propone una serie di culle fra passato e tempi non lontani che evidenziano la costante attenzione per questo elemento.

L'allestimento sarà visitabile fino al 30 aprile 2017.

Ogni cultura ha un rito di accoglimento di un nuovo nato: la culla - che individualizza il bambino e lo protegge - nasce per riprodurre la sensazione fetale del movimento, vissuta dal neonato. 

L'origine della culla non è egualmente diffusa in tutti i paesi del mondo; se guardiamo alla cultura europea, la culla è un oggetto antichissimo (dal latino cuna; cunarius o cunaria era la persona preposta a far dondolare la culla).
Il bambino conosce un graduale processo di integrazione sociale, in un legame costante con la madre che provvede alla protezione e alla crescita in sicurezza.  Da una parte deve essere assicurato il riposo del bambino che viene adagiato in un giaciglio, dall’altro la madre deve trovare il modo di agevolare il sonno del piccolo e nel contempo di proseguire nelle sue occupazioni e all’occorrenza provvedere allo spostamento o al trasporto.  

Accanto ai diversi modelli esposti figura anche una culla disegnata dall’arcitetto Ottorino Aloisio e realizzata dall’ Industria del vimini (Gervasoni) intorno al 1930

La prima infanzia era un periodo particolarmente vulnerabile. La precarietà della salute infantile, nonché i pericoli, molto diffusi nel passato e nelle classi popolari in particolare, richiedevano di mettere in atto una serie di misure contro i numerosi rischi che incombevano sui neonati: la caduta dalla culla, l’attacco da parte di animali, il rischio di incendio causato dal fuoco presso il quale veniva posizionata la culla per tenere il bambino al caldo.

Molti ex voto dipinti illustrano situazioni di scampato pericolo non infrequente.
La culla non doveva essere incustodita, era dipinta o decorata con colori scaramantici, addobbata da un corredo di oggetti protettivi da quelli religiosi agli amuleti.

Scarica la brochure di approfondimento.