Dal 3 novembre 2018 prorogata fino al 24 marzo 2019
Nel centenario della fine della Grande Guerra il Museo Etnografico del Friuli propone una rassegna espositiva sulla storia udinese nel Primo conflitto mondiale. La mostra privilegia gli aspetti della vita quotidiana della città invasa, dapprima, dalle strutture militari del Regio Esercito, facendola diventare la “Capitale della Guerra” e, in seguito, occupata dalle armate austro-tedesche in conseguenza di Caporetto, fino alla cruenta liberazione finale.
La mostra "Una città dentro la guerra. Udine 1914 - 1918" non è una cronistoria della Guerra, evidente in una Linea del tempo che fa da sottofondo, ma si propone di indagare le vicende della città e dei suoi abitanti durante gli anni difficili del conflitto: il quotidiano di una città militarizzata, la devastazione recata da bombardamenti e incendi, la condizione delle donne, degli esuli, degli orfani, dei prigionieri, il problema delle scuole, l'offesa al patrimonio storico e artistico.
La rassegna, curata da Lucio Fabi e Tiziana Ribezzi, in collaborazione con Giancarlo Martina, Giovanna Marselek e Gaetano Vinciguerra, si avvale di documenti, dipinti, fotografie, apparati testuali e multimediali e rientra nel più vasto programma di iniziative promosse dal Comune di Udine in occasione del Centenario della fine della Prima Guerra Mondiale che propone un ricco calendario di incontri e rassegne espositive.
Per il programma della rassegna "Udine_Friuli 1918-2018, il ricordo della Grande Guerra" vai su Agenda Udine
Gli appuntamenti al Museo Etnografico
(L'ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti)
Venerdì 23 novembre 2018 ore 16
Lo scoppio di Sant'Osvaldo, 27 agosto 1917: che cosa accadde e perché.
Relatore Gaetano Vinciguerra
Il 27 agosto 1917 esplose uno dei più grossi depositi di munizioni della Seconda Armata e posto nella frazione di Sant'Osvaldo. La distruzione della borgata fu quasi totale e la stessa città di Udine, gravemente danneggiata, subì l’evacuazione forzata.
La conferenza affronta l'evento ricostruendolo in ogni dettaglio, compresi i nominativi delle vittime militari finora ignorati.
La ricerca ha utilizzato le testimonianze dei sopravvissuti, dei soccorritori, i diari dei maggiori protagonisti, la stampa dell’epoca, documenti archivistici e altre fonti inedite. Molta parte del mistero che avvolge quella tragedia viene svelato.
Venerdì 8 febbraio 2019 ore 16
Storia e vicende degli orfani di guerra friulani.
Relatore Gaetano Vinciguerra
Nella prima guerra mondiale Il Friuli ebbe il triste primato del più elevato numero di orfani di guerra, oltre 13.000 se si considerano solo i minori.
Una attenta e dettagliata ricerca presso l'Archivio di Stato di Udine, che conserva tutti gli atti del Giudice delle Tutele del Tribunale di Udine, ha consentito di delineare la storia di questi bambini, strettamente connessa a quelle delle loro madri.
Nella conferenza si tratterà del controverso e tardivo intervento normativo di tutela, del difficile ruolo delle madri, del Patronato Friulano per gli Orfani di guerra, della nascita dell'Istituto Friulano per gli orfani di guerra di Rubignacco e dell'azione saggia del Giudice delle Tutele chiamato a decidere sui destini di tanti bambini.
Di alcuni di essi si narrerà la storia, come nel caso della piccola Milka.
Venerdì 22 febbraio ore 16
"Vivi in timp di vuere" - Vivere in tempo di guerra. Gli udinesi tra il 1914 e il 1918.
Relatore Giancarlo Martina
La presenza di militari e il passaggio delle truppe sconvolge non solo la vita sociale, ma anche la viabilità - dissesto delle strade causa mezzi pesanti, traffico ferroviario stravolto, consumo di acqua, gas e elettricità abnorme -; per esigenze militari vengono utilizzati edifici pubblici e privati.
In questo conteso il Comune è costretto a intervenire sia sul ripristino della viabilità, sulla concessione d’uso dell’acqua potabile, sia sulla regolamentazione degli accessi alla stazione.
La cittadinanza deve affrontare il problema della sussistenza: diminuzione del rifornimento alimentare e non solo, aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, calmiere e profittatori.
Visite guidate per scuole e gruppi
Il Servizio Didattico dei Civici Musei è disponibile ad effettuare, su prenotazione, visite guidate alla mostra rivolte a gruppi e alle scuole Primarie, Sedondarie di primo e secondo grado, ed Universià.
Per informazioni e prenotazioni:
chiamare il Call Center del Servizio Didattico, da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 15.00, al numero Verde 800 96 19 93 (solo da telefono fisso) o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
Ė inoltere possibile rivolgersi alla bigliettria del Museo Etnografico del Friuli in orario di apertura chiamando lo 0432 127 2920.
Gli appuntamenti del servizio didattico per il mese di marzo
(a pagamento, per info clicca qui)
Venerdì 15 e venerdì 22 alle ore 16
Visita guidata alla mostra che si propone di indagare la storia di Udine e degli udinesi nel primo conflitto mondiale privilegiando gli aspetti della vita quotidiana di una città in guerra, “invasa” dapprima dalle strutture militari del Regio Esercito, in seguito occupata dalle armate austro-tedesche, fino alla cruenta liberazione finale. Un breve accenno sarà dedicato alle tregue natalizie avvenute spontameamente fra i combattenti dei due fronti.
Cenni di storia:
Alla vigilia del Primo conflitto mondiale Udine è una moderna città del Regno d’Italia con oltre 40.000 abitanti. Lo scoppio della guerra europea (28/07/1914), determina il ritorno degli emigranti friulani; una grande risorsa economica per le famiglie viene così a mancare, con gravi conseguenze per l’economia del Friuli.
Con l’entrata in guerra del Regno d’Italia contro l’Impero asburgico (23/05/1915), Udine si trova ad essere la principale città a ridosso del più cruciale fronte dei combattimenti, il fronte dell’Isonzo, e sede del Comando Supremo del generale Luigi Cadorna che dimora in città con tutto l'apparato strategico. E così scuole ed edifici, religiosi e civili, vengono occupati dai numerosi comandi, uffici, ospedali, caserme, magazzini e depositi militari.
Con queste presenze Udine raddoppia in pratica la sua popolazione, che vive in gran parte sulle esigenze e necessità dei militari, ma ne subisce anche le conseguenze negative, con gli aumenti di casi di colera e tifo che scoppiano già nel 1915, con l’estensione della prostituzione ufficiale e clandestina ed il rincaro vertiginoso di tutti i generi di consumo.
La relativa vicinanza al fronte e la presenza di importanti sedi militari fa della città un obiettivo sensibile dei bombardamenti aerei, anche se di fatto l'evento calamitoso principale portato dalla guerra sarà lo scoppio della polveriera di Sant’Osvaldo, nei pressi dell’ospedale psichiatrico riconvertito a scopi militari che, il 27 agosto 1917, produsse la distruzione dell'intero borgo e la morte di innumerevoli militari e civili.
Lo sfondamento austro-tedesco del fronte tra Plezzo e Tolmino (24/10/1917), che provoca la ritirata italiana inizialmente al Tagliamento e poi al Piave, comporta per Udine la precipitosa fuga delle autorità militari. Oltre 30.000 udinesi lasciano le loro case per riparare oltre le nuove linee.
I primi giorni sono saccheggi continui: gli occupatori hanno bisogno di tutto e lo trovano nei magazzini militari e nelle case dei civili.
Nel corso del 1918 le armate austro-ungariche falliscono la grande offensiva del giugno e vengono successivamente sconfitte dall’offensiva italiana e alleata di fine ottobre, che porta l’esercito italiano a Trento e Trieste (3/11/1918).
Le unità austro-ungariche abbandonano Udine dai primi giorni di novembre, tra saccheggi e violenze che una guardia civica formata da civili e militari italiani - fino a quel momento nascosti nelle case - tenta di fermare.
Avvengono scontri in varie parti della città che vede anche numerosi morti civili.
La “battaglia”, l’ultima e la meno conosciuta per la città di Udine, cessa il 4 novembre con l’entrata in città del Genova cavalleria e dei fanti della Brigata Lombardia.