via Grazzano 1 Udine
Orari, biglietti e contatti
Il Museo Etnografico del Friuli, ospitato dal 2010 a Palazzo Giacomelli sito nell’antico Borgo Grazzano, presenta una ricca e articolata collezione relativa ai diversi ambiti della cultura tradizionale locale per un arco di tempo che va dal XVIII e il XX secolo. Il patrimonio del museo si è costituito grazie alle donazioni di Gaetano Perusini, di Luigi e Andreina Ciceri.
Il percorso espositivo si snoda lungo i tre piani dell’edificio seguendo sezioni tematiche allestite in sale corredate di apparati didattici e multimediali di approfondimento. Alcune sale prevedono un allestimento a rotazione delle opere esposte. Il Museo è dotato anche di archivi fotografici e documentari.
La sede - Palazzo Giacomelli
Il Museo Etnografico del Friuli è ospitato a Palazzo Giacomelli, palazzo il cui nucleo iniziale risale al XVI secolo. L’edificio prende il nome dal suo ultimo proprietario Sante Giacomelli che lo acquistò nel 1900 anche se lungo i secoli ebbe diversi facoltosi possessori che ampliarono e intervennero sullo stabile. Palazzo Giacomelli subì alcuni rifacimenti alla fine dell’Ottocento. Si tratta della decorazione esterna della facciata a finti mattoni rossi, ornata da festoni, mascheroni e motivi geometrici e della decorazione interna nel salone centrale, il cui soffitto è dipinto con il soggetto allegorico dell’Europa e dell’Africa, riferimento all’apertura del canale di Suez. La decorazione pittorica, attribuita a Giovanni Masutti, direttore dei lavori e noto decoratore, rispecchia pienamente il gusto storicista dell’epoca.
Degno di nota è l’arredo ligneo di una stanza del primo piano realizzato fra Otto e Novecento da Antonio Brusconi, uno dei più noti e innovativi falegnami udinesi di quel periodo ed ispirato dall’eclettismo storicista dell’epoca.
Il Museo propone tre dimensioni espositive: una parte permanente, due sale a rotazione e spazi per approfondimenti temporanei o mostre ospitate.
I temi che animano il Museo sono molteplici ma seguono alcuni grandi filoni.
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Percorsi
01.PERCORSO PIANO TERRA
Il primo tema è quello del vivere in famiglia e in comunità. Esso è stato prevalentemente sviluppato attorno al fogolâr nelle sue diverse accezioni e ai riti che scandiscono il ciclo dell’anno. Dal concetto di fogolâr come nucleo familiare si passa a quello dei fogolârs, come simbolo di una dimensione comunitaria e identitaria che si rafforza nel processo migratorio. Ma il fogolâr è innanzitutto uno spazio concreto, attorno al quale si scandiscono le pratiche della vita quotidiana. Tempo e spazio sono cadenzati dai gesti attorno al fuoco, la cui ripetizione funge da filo conduttore. L’irrompere della festività spezza e al contempo conferisce ritmo e unità alla vita comunitaria, in uno specchio continuo tra tempo vissuto individualmente e tempo esperito collettivamente. Chiudono il piano terra aree dedicate all’illuminazione, all’esperienza orologiaia pesarina, una sala a rotazione sulle “Arti del fuoco” e una sul lavoro del boscaiolo.
Sezione.“Intorno al fuoco / spazi, riti e simboli”
Sala 1. “Fogolâr – Fogolârs” / Dalla famiglia ai friulani nel mondo
In questa stanza gli oggetti illustrano i temi della famiglia patriarcale, della comunità e dell’emigrazione friulana, dai Cramars, ambulanti che commerciavano Oltralpe e in Veneto sin dall’alto Medio Evo, all’istituto culturale transnazionale chiamato Fogolâr furlan, vero e proprio legame e filo di memoria con il paese d’origine. A questo tema è dedicato un video.
Sala 2. “Calendario” / Feste e riti dell'anno
La luce e il buio, lo scorrere delle stagioni, dei giorni di lavoro e di festa scandiscono il calendario annuale che è stato costruito al centro della sala. Intorno si snoda il percorso con materiali inerenti feste e riti (Avvento, Pasqua). Al Carnevale e alle sue maschere sono dedicati diversi video. Anche la ritualità del fuoco nelle tradizioni locali è raccontata da supporti multimediali.
Sale 3_4_5. “Architettura del focolare” / Oggetti e accessori
Nell’articolarsi di diversi spazi, le sale propongono un percorso attorno a tre aspetti fondamentali della vita quotidiana: il mondo intorno al focolare, con i suoi oggetti e le sue ritualità, l'evoluzione dei sistemi di illuminazione e infine la misurazione del tempo, con il caso della produzione della Val Pesarina (orologi da parete del XVIII secolo).
Sala 6. “Delle arti del fuoco” (allestimento a rotazione)
La fortuna della ciotola da mensa. Dagli scavi di borgo Grazzano alle fabbriche Galvani con riproposte dell’artigianato contemporaneo.
Il prossimo allestimento riguarda il tema del vetro: “Trasparenze vitree”. I vetri della tradizione.
Sala 7. “Il lavoro del bosco”
Pratiche_strumenti_saperi artigianali
In questa sala è trattato il tema del lavoro tradizionale nel bosco in terra friulana. L'allestimento propone strumenti, sequenze operative (dal taglio dell’albero alle operazioni di esbosco, alla sua riduzione in legname da opera, la produzione di carbone), fotografie e un filmato d’epoca.
Percorsi
02.
PERCORSO PRIMO PIANO
Al primo piano i protagonisti sono “anima e corpo” con l’avvio di un percorso sul Sacro e la storia delle Confraternite. Collegato alle questioni di spirito e corporeità è anche il settore dedicato ai modi della medicina. Arricchiscono il piano due aspetti fondanti del vivere in comunità: la musica e il gioco. La sezione a rotazione è dedicata alla “Tradizione del mobile”. Lo spazio monumentale comprende il salone, la saletta “Ciceri”, lo spazio“Borgo Grazzano”.
Sezione. “Tracce del sacro / Forme e segni della devozione”
Sala 10 . “Ex voto”
Per grazia ricevuta: ex voto dipinti_ex voto oggettuali_ mappa dei luoghi votivi
Sono presentati ex voto dipinti friulani ed ex voto oggettuali e preziosi fra cui modellini marinari provenienti dal Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Sabbionera (Latisana). Figura una mappa sui luoghi della devozione in terra friulana.
Sale 11-12. “Agiografia”
Culto dei Santi
Il culto popolare si è sempre affidato ai Santi, figure tutelari riconoscibili attraverso un’articolata iconografia. Oltre a statue e dipinti realizzati tra XVIII e XIX secolo vi sono reliquiari, oggetti spesso custoditi in luoghi specifici e partecipi del valore taumaturgico della stessa reliquia.
Sala 13. “Segni del sacro”
Lo spazio_Gli oggetti_I gesti. Dal paesaggio alla vita quotidiana
In sala si prendono in considerazione i segni tangibili del sacro. Vi sono pitture murali e sculture lapidee, altarini domestici; acquasantiere e inoltre gli oggetti domestici decorati da monogrammi religiosi. Stampe remondiniane e beni della devozione personale intercalano il percorso.
Sala 14. “Confraternite udinesi”
Organizzazioni laicali e vita religiosa
In continuità con il racconto del rapporto fra sacro e vita quotidiana, la sala affronta il tema delle Confraternite, organizzazioni laicali e di vita religiosa con compiti devozionali e assistenzialistici. Suppellettili liturgiche, stendardi processionali e oggetti descrivono la vita e i compiti di queste istituzioni.
Sezione. “Salute e malattia / Medicina, erbe e magia”
Sala 15. “Sanità e malattie nell’Ottocento”
Strumenti chirurgici_Farmacie_Fitoterapia_Rimedi popolari
La stanza propone diversi approcci al tema della salute e della malattia, a partire dall’etnomedicina, dalla terapeutica con rimedi popolari e dalla pratica magico-religiosa alla farmacopea che ricorre a erbe e spezie. Una serie variegata di materiali e apparati descrivono questo mondo complesso. Si parla anche di un medico, il carnico Gio Pietro Pitt laureatosi all’Università di Padova il 14 gennaio 1777 di cui si vede la serie di strumenti chirurgici.
Sezione “Musica tradizionale” / ballo, canto e frastuono
Sala 16. “Musica tradizionale”
Ballo_Canto_Musica corale e da ballo_Suono e frastuono_Video
Numerose, in diversi momenti dell’anno e della vita, sono le occasioni in cui c’è musica accompagnata dal canto e dal ballo. I materiali documentano forme di musica antica con un salterio e la spinetta (1563) di Domenico Pesaro, la musica rituale (raganelle, battole, fischietti), corale e da ballo (bunkula e fisarmonica) e ambulante (pianola meccanica abbinata ai suoi spartiti musicali).
Apparati multimediali integrano l’esposizione.
Sezione “Divertirsi” / Gioco e spettacolo
Sala 18. “Divertirsi”
Gare e competizioni_Spettacoli di marionette e burattini_Musicisti ambulanti_ Giochi tradizionali_Etnoalfabeto dei giochi
Nella cultura popolare sono i tempi della festa a offrire le occasioni di divertimento. A Udine c’erano fiere e gare di competizione (esemplificate dal moro per il torneo della quintana) ma anche spettacoli con marionette e burattini. Quindi vi sono tradizionali giochi per adulti e per bambini e i velocipedi ottocenteschi.
Sala Video
Propone un’introduzione generale al museo
Sala Stucchi / Sculture Lignee della Collezione Ciceri
Il percorso espositivo al primo piano si amplia nella Sala Stucchi (Sala 19) dove sono esposte statue lignee, databili fra XIV e XVIII secolo rappresentative della cultura dell’arco alpino orientale e di culti devozionali della religiosità popolare.
Qui una postazione video con i filmati del Museo, materiale di archivio e ulteriori apparati.
Sala Borgo Grazzano
La Sala Borgo Grazzano (sala 20) del piano nobile è allestita con immagini d’epoca ed un video che ripropone la storia dell’antico Borgo Grazzano, con particolare riferimento alla roggia che attraversava la via. Nella sala è esposto anche il Banco dei pegni originalmente realizzato per il Monte di Pietà di Cividale. Il mobile si colloca nella tradizione settecentesca nella quale predomina una delicata policromia con decori fantasiosi secondo l’estetismo rococò.
Percorsi
03.
PERCORSO SECONDO PIANO
Il secondo piano è dedicato all’abito, sia dal punto di vista delle tecniche artigianali per produrre i tessuti, sia nei suoi significati per la rappresentazione di sé nei diversi contesti.
Sezione. “Dalla fibra all’abito / Cultura delle tecniche, cultura del vestire”
Sale 21_22_23. “Filatura e tessitura”/ Materie, saperi e manufatti
Fibre_Filatura_Tessere_Manufatti> video “Filatura, tessitura, tintura e stampa tessile”
Dalla presentazione delle fibre vegetali ed animali si giunge alla loro lavorazione che inizia con la pettinatura, passa attraverso la filatura, quindi all’ottenimento di matassa e gomitolo, la tintura, la tessitura e infine le decorazioni su tessuto. Un ricco apparato di oggetti descrive le specifiche fasi e lavorazioni. Altro aspetto è rappresentato dai libri di tacamenti dei tessitori. Il materiale esposto parla di strumenti, fasi di lavoro e manufatti (tessuti, merletti, tovaglie perugine, tessili sacri).
La sezione è integrata da un video.
Sala 24. “Abbigliamento tradizionale friulano”
Forme, segni, significati ed evoluzione del vestire
Il museo si conclude con una presentazione delle diverse funzioni estetiche, pratiche e simboliche di ogni singolo capo presente nel vestiario tradizionale. I costumi sono esposti a rotazione; contenitori presentano varianti di capi dal tardo ‘700 ai primi del ‘900. È la donna il centro d’indagine privilegiato, nell’attribuire all’abito un portato simbolico importante, nella paziente creazione del corredo, nel suo trasferimento e nel rimanere il punto focale della trasmissione della tradizione, scandita dal cambio meditato dell’abbigliamento. Accanto agli abiti, vi sono accessori (fazzoletti, grembiuli, calze e calzature) ed ornamenti (fra cui gioielli) ma anche dipinti e fotografie illustrative.